L’
ALTRASTORIA: Una storia vista dal basso
dalla
prefazione del giudice
Elvio Fassone, già senatore della
Repubblica
L'altra
storia, raccontata (o forse è
più esatto dire “cantata”) dal Teatro Angrogna è una storia vista
drammaticamente dal basso, ma non da un solo individuo o da pochi,
bensì dal
popolo nella sua interezza. Una storia che ha due
caratteristiche.
La prima è quella di
essere scritta dai protagonisti e non da altri che li raccontano:
uomini e
donne semplici, che espongono parole e sentimenti elementari, senza
nessuna
pretesa di enunciati generali o sintesi concettose.
La
seconda caratteristica è che si tratta di
storia redatta da persone che per la massima parte non sapevano
scrivere, e
pertanto usavano strumenti diversi dalla scrittura.
Ha anch'essa i suoi documenti, ma sono del
tutto diversi dai manuali di storia: uno di questi, forse il principale
è
costituito dalle canzoni popolari, di cui “L'altra storia” è
intessuta.
La
Resistenza e la
Costituzione sono le poche pagine liete di una storia in larga parte
infelice. Uomini e donne liberi ed
eguali, il sogno di sempre, sempre smentito dalla storia, che ora si fa
accessibile. Sarà vero? Il testo evita di
chiudersi in modo
trionfalistico, perché sente gli scricchiolii, la voglia accanita di
dare
attuazione a questa Costituzione amica, e se lo si facesse, inizierebbe
davvero
“un'altra
storia”.
Non quella di
chi ha attraversato i secoli come la pula del grano, soffiata da ogni
parte da
un vento prodotto da altri, ma la storia di chi ha finalmente ottenuto
quello
che cantava camminando fianco a fianco. L'Altrastoria chiama a
raccolta per difendere la trincea di questa storia possibile.
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